SPIRITICA PARANORMAL LUXURY SCENTS
JEFFREY JEFFREY JEFFREY JEFFREY JEFFREY JEFFREY JEFFREY JEFFREY JEFFREY
JEFFREY
Disponibile
PRODOTTO IN PREORDINE - Spedizioni a partire dall’11 novembre 2025
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43.042272°N , ‑87.944846°W
Testa
Birra ghiacciata
Accordo popper
Arancia bianca
Lievito vivo
Aldeidi acide
Cuore
Moquette sporca
Garofano
Sangue coagulato
Sudore umano
Lama affilata
Piedi
Plastica fusa
Cantina umida
Ambra
Betulla
Vetiver
"Avevo questi desideri e pensieri ossessivi che cercavo di controllare, non ci riuscivo. Ero definitivamente posseduto. Io uccidevo non perché fossi arrabbiato con loro, non perché li odiassi, ma perché volevo tenerli con me e man mano che la mia ossessione cresceva, conservavo parti del corpo come teschi e scheletri."
Tra il 1978 e il 1991, Jeffrey Dahmer uccise diciassette uomini.
Li attirava con calma e gentilezza, poi li drogava, li privava della vita, li conservava.
Alcuni li disegnava, altri li fotografava. Cercava di trattenerli per sempre.
Davanti alla corte, dichiarò: “Non agivo per odio.”
Diceva di averlo fatto per amore — per il bisogno incontrollabile di possedere, di non essere abbandonato, di tenere con sé ciò che altrimenti sarebbe svanito.
In quell’ossessione nacque qualcosa di paranormale: la convivenza di due presenze nello stesso corpo, due nature inseparabili e in guerra.
È in questo spazio sospeso che nasce Jeffrey, seconda fragranza al mondo dedicata a un serial killer e secondo capitolo della Crime Collection di Spiritica.
Un profumo che indaga il doppio, la mente divisa, la tensione tra luce e oscurità.
La composizione nasce da un lavoro a più mani.
Oltre al fondatore Daniele Muratori Caputo, hanno collaborato i nasi Paolo Cerizza e Lorenzo Orlandi Berti, contribuendo a costruire un equilibrio olfattivo complesso e disturbante, in cui freddezza e dolcezza si alternano come stati della mente.
L’apertura è tagliente, fredda, quasi clinica: birra ghiacciata, accordo di popper, arancia bianca, lievito vivo, aldeidi acide.
È l’odore del quotidiano che si incrina, della superficie pulita che nasconde l’abisso.
Il cuore è una discesa nella memoria: moquette sporca, garofano, sangue coagulato, sudore umano, lama affilata.
Odori che restano sospesi nell’aria come presenze, come impronte del paranormale, come residui di una mente che non distingue più tra sogno e realtà.
Il fondo è dolce, opprimente, inquietante: plastica fusa, cantina umida, ambra, betulla, vetiver.
È la carezza finale, il profumo della possessione e della dipendenza.
L’amore che non libera, che stringe, che vuole sopravvivere anche oltre la fine.
Una menzione di merito va anche al lavoro svolto di Lorenzo (e del suo team) di Only the dreamers che hanno provveduto a realizzare un tappo unico al mondo, con una lavorazione floccata e successivamente laserata, particolarissima che emula appunto la moquette dell’appartamento di Jeffrey.
Jeffrey è un’opera olfattiva estrema.
Un racconto di attrazione e annientamento, di tenerezza e follia.
Un profumo che non si limita a evocare: rimane, respira, si impossessa.
Non è un bene commerciale.
È una creazione artistica, libera e consapevole, che utilizza il linguaggio del profumo come mezzo di narrazione e introspezione.
Come un film o un libro, Jeffrey racconta, provoca e invita a riflettere.
È un’opera d’arte che si indossa, un frammento di umanità disturbata e reale, trasformato in esperienza sensoriale.
Per la costruzione storica e concettuale di questa fragranza il fondatore si è avvalso anche della consulenza di Daniela Cavallo, laureata in giurisprudenza e criminologa, che ha contribuito a delineare il profilo comportamentale del reo e la dimensione narrativa del progetto.
Come afferma lei stessa:
“Il profumo diviene un dialogo dello stimolo emozionale e narrativo, un’opera artistica che esplora l’animo umano e le sue contraddizioni.”
“Dahmer richiama note molto particolari e non convenzionali. È un profumo narcotico, freddo ma in grado di evocare, allo stesso tempo, una sensazione di calore: l’abbraccio di un uomo.”
Dopo che venne catturato, Jeffrey Dahmer si dichiarò completamente colpevole.
Scelse di collaborare con le indagini e chiese al giudice la pena di morte che non gli fu irrogata perché in quello stato non era prevista.
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